Belen Maya

Venti anni fa, “Flamenco” di Carlos Saura, fece la sua premiere: un film importante nella filmografia del flamenco nella sua forma vocale, conosciuto come “cante jondo”, canto popolare andaluso che significa canzone profonda. In questo film, il regista scelse Belén Maya come rappresentante della nuova immagine del Flamenco. La sua immagine ha anche ispirato il manifesto promozionale del film. La genuinità, originalità e personalità di Belén Maya catturarono il prestigioso regista, il quale giustificò la sua scelta con la eloquente frase “Non sembra Flamenco”. Da allora, Belén Maya è diventata l’icona del ballo flamenco d’avanguardia.

Nel 2014 Belén Maya festeggió i suoi tre decenni di vita professionale immergendosi nella profondità della classicità con lo spettacolo “Los Invitados”, (Gli Invitati) uno spettacolo che vinse il premio della Critica al Festival di Jerez. Questo Festival, particolarmente dedicato al Flamenco, è il più importante del mondo. Attualmente, dopo venti anni dal suo riconoscimento come artista all’avanguardia, Belén Maya ha deciso di continuare ad esplorare nuovi percorsi.

La nuova proposta di Belén Maya dà vita ai versi di Juan Ramón Jiménez che scrisse “Le ali dell’artista mettono radici, e le sue radici prendono il volo…”.

La sua proposta, “Romnia”, che significa “donne” dal romeno, è una commemorazione delle origini zingare, senza però che questo significhi autocommiserarsi. Lo spettacolo, a tratti compassionevole e a tratti allegro, guarda alla difficile situazione delle donne, il cui coraggio per sopravvivere le ha portate ad un compromesso etico ed estetico.

 

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