Francisco Hidalgo

Francisco Hidalgo presenta il suo nuovo spettacolo “Ver, Oír y Bailar”, sotto la produzione scenica di Mariana Collado. L’artista basa questa produzione sul flamenco tradizionale e sui tipici caffè-concerto del XIX secolo, mostrando l’ispirazione che viene da ciò che vede, sente e fa ballare.  

Hidalgo è nato a Algodonales, Cadice, nel 1985 e ha acquisito la sua formazione sia a Siviglia che a Jerez da maestri come Manolo Marín e Pilar Ortega. In questo modo sviluppa un linguaggio unico e personale che risponde al suo bisogno di espressione. Inoltre, si è ispirato a grandi artisti della scena flamenca come La Paquera de Jerez: 

“Ascoltando Chano, Caracol, Marchena, La Paquera, Fernanda, Bernarda, Farina… mi rendo conto che hanno lasciato l’eredità più importante della storia del flamenco, per me, è stata l’ARTE, l’eredità con cui ho imparato che, per ballare, bisogna saper ascoltare e che a volte il silenzio è più bello del rumore”. 

Nel 2008 ha ricevuto il Premio Nacional Anilla la Gitana de Ronda e nel 2010 ha vinto il secondo premio al Festival Internacional del Cante de las Minas de la Unión. 

Grazie alla sua carriera e al suo riconoscimento, Francisco Hidalgo lavora nei tablaos più prestigiosi della Spagna, come El Cordobés a Barcellona, Los Gallos e El Arenal a Siviglia, Casa Patas e Corral de la Morería a Madrid. 

Collabora inoltre con Miguel Poveda in diversi recital dell’artista e nella prima americana del film “Los Abrazos Rotos” di Pedro Almodóvar al Lincoln Center Theatre di New York.  

Tra le sue produzioni più note ci sono “Los Silencios del Baile” (2016) e “Binomio” (2017). Ora sta tirando fuori “Ver, Oír y Bailar”, coreografato e diretto da lui stesso e della durata di un’ora e un quarto. Il pubblico di questo spettacolo intimo sarà testimone del modo di sentire e di esprimersi dell’artista, percependo la sua fonte di ispirazione da famosi personaggi del flamenco. Egli stesso afferma:    

“Ho visto come hanno lasciato nella storia i canti, quelli che hanno dato forme e stili con il loro corpo a figure della danza come Rafael De Córdoba, Enrique “El Cojo”, Antonio Gades, Rafael “El Negro”… Maestri che hanno segnato un’epoca, maestri che ho visto e da cui ho imparato. Dopo averli avuti come riferimento ho avuto la consapevolezza della bellezza delle cose semplici, per questo non ho altra scelta che VEDERE, ASCOLTARE e BALLARE”. 

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